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Da Federcasse
20/10/2015
Credito Cooperativo al Governo: “Il fattore tempo per la riforma non è variabile indipendente”

“Ormai il fattore tempo, per la riforma che attendiamo, non è più una variabile indipendente. Ci auguriamo che il Governo possa accogliere le nostre proposte ed emanare - quanto prima - l’atteso provvedimento legislativo, al fine di dare certezza agli obiettivi condivisi e consentire subito l’avvio di un dibattito parlamentare”. Sono le parole del Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, intervenuto al seminario Istituzionale, promosso dalle Commissioni Finanze e Tesoro del Senato e della Camera, il 15 ottobre scorso a Roma, per fare il punto sul progetto di riforma del Credito Cooperativo italiano e per approfondirne i diversi aspetti di carattere normativo. In particolare, il Presidente Azzi ha espresso anche l’augurio che la riforma: “potrà avere caratteristiche allo stesso tempo di innovazione e di equilibrio, di efficacia e di irrobustimento dei tratti distintivi della genuina mutualità bancaria”. Il Presidente, nel corso del suo intervento, ha illustrato i contenuti principali della riforma, articolati in 10 punti (1. Socio della BCC al centro; 2. La BCC integrata in un gruppo; 3. La previsione di garanzie in solido tra BCC e capogruppo; 4. Il contratto di coesione e l’autonomia modulata delle BCC; 5. L’assetto e la governance della capogruppo; 6. L’apertura a capitali esterni e l’indipendenza del Credito Cooperativo; 7. La dimensione territoriale; 8. I requisiti qualitativi e dimensionali del gruppo; 9. L’unità del sistema BCC e le specificità delle Raiffeisen; 10. Le funzioni di garanzia e verifica delle finalità mutualistica a componente associative). “Vi è – ha detto Azzi - non solo l’esigenza di salvaguardare un patrimonio di conoscenze, valori, relazioni che negli anni hanno contribuito a favorire la coesione sociale, un benessere diffuso, uno sviluppo partecipativo. Ma anche la necessità di preservare quella “biodiversità bancaria” che riteniamo indispensabile per un corretto equilibrio di mercato, garantendo una valida alternativa alla banca capitalistica e ai soli obiettivi di massimizzazione del profitto”.

Sui vantaggi competitivi della riforma si è concentrato l’intervento del Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini. “Le BCC prese singolarmente difficilmente – ha detto - potrebbero essere competitive. Il Gruppo bancario unico è uno sbocco fisiologico. E’ già così per il Credito Cooperativo in Francia, in Olanda, in Austria e in Belgio. Non arrivarci costituirebbe uno svantaggio competitivo in Italia e in Europa”.

Nello specifico, l’intervento del Capo Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo che ha spiegato: “ La riforma del Credito Cooperativo è necessaria ed urgente perché le BCC possano continuare ad esistere come tali nell’attuale contesto economico e regolamentare, operando come banche sane in una corretta relazione con i territori di riferimento”. Secondo Barbagallo, “per risultare efficace, la riforma del Credito Cooperativo dovrebbe incentrarsi sul modello paritetico”. E ha osservato che “l’aggregazione in gruppi potrà avere effetti positivi per tutte le BCC, anche per quelle più efficienti e meglio gestite”.

In sostanza, il modello a cui auspica la Vigilanza della Banca d’Italia è quello di una capogruppo con la natura di Spa, ma con un requisito minimo di capitale “non tanto elevato - ha precisato Barbagallo – da inibire la possibilità, ove espressa dal mercato, di costituire più gruppi”. E per salvaguardare la mutualità, il Capo della Vigilanza Bancaria e Finanziaria ha ribadito: “è opportuno che le BCC detengano una partecipazione maggioritaria nella capogruppo”. Altro tema chiave, per la Banca d’Italia, la destinazione dei patrimoni delle BCC che non volessero aderire al sistema: “In tutti i casi di trasformazione consentiti – ha detto Barbagallo – la BCC è tenuta a devolvere il patrimonio, accumulato in regime di esenzione da imposta sui redditi, ai fondi mutualistici per lo sviluppo della cooperazione”.
Al Seminario è intervenuto anche il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pierpaolo Baretta che ha annunciato l’intenzione, da parte del Governo, di arrivare entro l’anno ad un decreto “largamente condiviso”. Baretta, auspicando la massima convergenza sul progetto di capogruppo unica – ha ricordato come le BCC, unite, diventerebbero il terzo gruppo bancario italiano ed il primo per apporto di capitale”, cogliendo in tal modo appieno l’obiettivo di una riforma che dovrà rafforzare e non indebolire il sistema BCC.

Il Seminario ha visto anche la partecipazione di esponenti del mondo accademico ed universitario, del docente di Economia Politica presso l’Università di Roma – Tor Vergata, Leonardo Becchetti, e del docente di Istituzioni e Mercati Finanziari presso l’Università Bocconi, Gimede Gigante, entrambi tesi a valorizzare e salvaguardare la validità ultracentenaria del modello cooperativo. 
 
Di seguito riportiamo i testi integrali degli interventi del presidente di Federcasse Alessandro Azzi e del Capo Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria Banca d'Italia Carmelo Barbagallo:

 

di Norma Zito

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