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BCC Garda
14/04/2008
Credito Cooperativo: quale finanza per uno sviluppo partecipato in america latina
A 125 anni dalla nascita della prima Cassa Rurale in Italia e a 10 anni dalla costituzione di Codesarrollo, il Credito Cooperativo attraverso Federcasse ha organizzato a Roma il Convegno “Quale finanza per uno sviluppo partecipato in America Latina?” per fare il punto sulle forme di cooperazione che fanno leva sulla finanza popolare e sulle comunità locali come motore di sviluppo.

A 125 anni dalla nascita della prima Cassa Rurale in Italia e a 10 anni dalla costituzione di Codesarrollo (l’organizzazione delle oltre 800 banche di villaggio sulle Ande ecuadoriane), il Credito Cooperativo attraverso Federcasse (l’associazione delle 440 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane) ha organizzato a Roma il Convegno “Quale finanza per uno sviluppo partecipato in America Latina?” per fare il punto sulle forme di cooperazione che fanno leva sulla finanza popolare e sulle comunità locali come motore di sviluppo.

codesarrollo.JPGIl Convegno, coordinato dal Capo Redattore di Famiglia Cristiana Alberto Bobbio ha visto la partecipazione e gli interventi di 18 banchieri “campesini” in visita in Italia presso le sedi e le istituzioni del Credito Cooperativo ed ha avuto come obiettivo quello di disegnare un possibile percorso di sviluppo sostenibile per il continente latino americano, dove il microcredito e l’utilizzo corretto ed equo delle finanze popolari possano svolgere un ruolo di primo piano, come dimostra l’esperienza del progetto “Microfinanza Campesina” del Credito Cooperativo in Ecuador, che oggi vede coinvolte 160 BCC ed un plafond di finanziamenti che ha superato i 20 milioni di dollari a favore di circa 70 mila famiglie di contadini.

Questi interventi hanno assunto la forma di:

  • linee di finanziamento in dollari, a tasso agevolato (4 -5%), da parte di pool regionali di BCC-CR e del Gruppo Iccrea finalizzate al sostegno dell’attività di credito di Codesarrollo (oltre 20 milioni di dollari);
  • donazioni di enti del Credito Cooperativo e di altri soci privati a sostegno della capitalizzazione di Codesarrollo (circa 1,5 milioni di dollari);
  • donazioni di enti del Credito Cooperativo a sostegno di progetti di diverso tipo (formazione, agricoltura, ecc.) (circa 600 mila dollari).

Come ha sottolineato il Presidente di Codesarrollo, Bepi Tonello, sono le “finanze popolari” a segnare possibili percorsi di sviluppo dei paesi poveri. Per “finanza popolare” si intende un percorso tecnico e culturale che valorizza il risparmio dei poveri. E attraverso la valorizzazione del risparmio innesca processi virtuosi di crescita. Tutto questo è molto più del microcredito, dice Tonello.

Oggi in Ecuador il sistema delle Casse rurali raccolte in Codesarrollo vede oltre 700 strutture tra formali e non, con 1 milione e 200 mila soci.

Bepi Tonello (Presidente Codesarrollo): “La chiave del successo del progetto Microfinanza Campesina sta nel coinvolgimento diretto delle persone. Il nostro motto è 'il denaro dei poveri ai poveri'. E questo è in grado di invertire i flussi economici tradizionali. Mantenendo sul territorio la ricchezza del risparmio”.

azzi.JPGAlessandro Azzi (Presidente Federcasse): “Sono tre le lezioni utili che anche il sistema del Credito Cooperativo italiano trae da questa esperienza. La prima riguarda la validità della formula cooperativa, basata sulla partecipazione e il coinvolgimento. La seconda riguarda la necessità di integrare reti materiali e immateriali, intendendo per quest’ultima la 'rete' di circuiti di fiducia e relazione, della condivisione di valori ed obiettivi. La terza la necessità di fare rete, dell’interazione tra soggetti diversi, portatori di culture, competenze e sensibilità diverse”.
Leggi il discorso di Alessandro Azzi

Donato Di Santo (Sottosegretario Min. Esteri con Delega America Latina): “Non è un caso che il Credito Cooperativo sia stata l’unica realtà bancaria presente alla recente terza conferenza Italia – America Latina. La Microfinanza Campesina è un progetto che guarda al futuro. Più in generale si tratta di un sistema in grado di innescare processi di crescita virtuosi e duraturi”.

Gioconda Galan (Ambasciatrice dell’Ecuador in Italia): “Il progetto di Microfinanza Campesina del Credito Cooperativo italiano ha comportato un vero sviluppo produttivo in Ecuador. Anche sul terreno del trasferimento delle rimesse, la rete di Codesarrollo può canalizzarle consentendo il loro reinvestimento, direttamente, nelle comunità di provenienza”.

Giulio Cesare Piccirilli (Ambasciatore italiano in Ecuador): “Dal mio punto di osservazione in Ecuador posso dire che il sistema della cooperazione di credito in quel Paese sta realmente cambiando il volto dell’economia e della società. Si tratta di una trasformazione culturale e sociale senza precedenti.”

Rodrigo Aucay (Presidente ReNaFip – Red nacional finanzas populares): “Il termine microfinanza è riduttivo. Le persone sono al centro della nostra attività finanziaria. In questo senso il processo delle finanze popolari ha potenzialità enormi e non è legato all’entità dei finanziamenti che eroghiamo alle piccole banche di villaggio”.

Antonella Mori (Università Bocconi – ISLA Milano): “In Ecuador l’indice di povertà è del 40%. In tali contesti la finanza assume un ruolo fondamentale. Purchè arrivi direttamente i poveri e non si disperda. In questo senso un programma come quello di Microfinanza Campesina aiuta direttamente lo sviluppo locale. In questo processo il ruolo delle rimesse è fondamentale”.

Claudio Clemente (Dir. Servizio Vigilanza Enti Creditizi Banca d’Italia): “Il tema della finanza etica è ormai al centro del dibattito finanziario internazionale. La stessa Banca d’Italia partecipa al Comitato Nazionale per il microcredito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La nascita delle Casse Rurali, alla fine dell’800, ha rappresentato sin dalle origini una risposta efficace ai problemi della società italiana. Lo stesso spirito si riscontra oggi nelle BCC che fanno mutualità a favore dei soci e svolgono una azione di educazione all’uso responsabile del denaro”.

caleffi.JPGFranco Caleffi (Direttore Generale Federcasse): “Lasciare il denaro dei poveri ai poveri, come ripete lo slogan di Codesarrollo, vuol dire capacitare gli esclusi all’auto-sviluppo, all’auto-stima e all’auto-promozione. Il sistema delle Casse cooperative rurali, grazie al carattere locale e ad una mission non solo bancaria, ma anche democratica, solidaristica e comunitaria, può garantire credito anche in situazioni di crisi. Essendo meno toccato dai cicli economici internazionali rispetto ai grandi gruppi bancari”. 
Leggi il discorso di Franco Caleffi



Il Progetto Microfinanza Campesina, forse il più rilevante esempio italiano di cooperazione allo sviluppo con risorse private, è stato inserito dalle Nazioni Unite tra i migliori programmi di sviluppo del “Millennium Development Goals” (2004) ed ha vinto nel 2003 il Sodalitas Social Award nella sezione “Finanza eticamente orientata”.


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LA COOPERAZIONE DI CREDITO IN ECUADOR

Il sistema delle cooperative di credito organizzate da "Codesarrollo" in Ecuador è così strutturato:

  • 36 Cooperative di Credito (le maggiori) sottoposte alla vigilanza ed al controllo della Superintendencia de Bancos de l'Ecuador
  • 460 Cooperative di Credito (di minori dimensioni) sottoposte al controllo del Ministero dei Servizi Sociali dell'Ecuador
  • circa 300 Casse "informali" di piccole dimensioni. Non sottoposte ancora a controllo e vigilanza ma che, sotto la responsabilità di “Codesarrollo”, erogano credito ai contadini.

Il totale delle strutture finanziarie locali (banche di villaggio formali ed informali) supera quindi oggi le 700 unità.
I soci di questo sistema sono circa 1 milione e 200 mila persone.

Considerando il numero medio di componenti la famiglia ecuadoriana, e che in media ogni famiglia campesina ha un socio di una struttura finanziaria locale, le persone direttamente o indirettamente "coinvolte" dal sistema del credito cooperativo ecuadoriano sono circa 6 milioni, vale a dire la metà della popolazione complessiva del Paese.

Negli ultimi anni il sistema si è andato via via strutturando in "reti finanziarie locali" (coordinate da ReNaFip - Red Nacional Finanzas Populares). A tutt'oggi sono state costituite 13 Reti finanziarie (che mettono in rete le diverse cooperative di credito ed offrono servizi unificati per il raggiungimento di economie di scala) mentre altre 4 si andranno a costituire nei prossimi mesi.

 


 

L’ESPERIENZA DI ALCUNI BANCHIERI “CAMPESINI”


1) Intervista a Clemente Rodrigo Aucay Sànchez
Presidente de la ReNaFip (Red Nacional de Finanzas Populares)


Cosa significa fare "banca cooperativa" sulle Ande dell'Ecuador?
Significa molto. Attraverso la finanza popolare e il modello della banca cooperativa è iniziato il processo di liberazione e ricostruzione della nostra storia. Per crescere e per recuperare il potere della produzione e le usanze culturali che sono la forza dell’America Latina. Dalla finanza popolare, dall’economia popolare si costruisce la speranza dell’autorealizzazione. La finanza rurale, in questi ultimi 10 anni, è la ragione dello sviluppo e della crescita del nostro Paese. Su queste basi stiamo costruendo la rinascita socio-economica dell’Ecuador, che in qualche modo ha consentito l’introduzione della finanza popolare nella nostra Costituzione.

Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate e le maggiori soddisfazioni?
La maggiore piaga sociale è l’usura. La maggiore difficoltà per le cooperative di credito sta nell’organizzazione del nostro lavoro per poterla contrastare. C’è tanta dispersione nella localizzazione rurale della gente, collocata in villaggi distanti tra loro. Un altro problema è l’instabilità politica che rende difficile la definizione di programmi di sviluppo nel tempo, come anche - a mio avviso - la mancata consapevolezza che la fonte di ricchezza principale dell’Ecuador è legata allo sviluppo rurale, dei processi produttivi della terra. L’Ecuador dal 1972 è un Paese che dipende dall’estrazione del petrolio e questo ha penalizzato lo sviluppo della produzione agricola. Ma negli ultimi 10 anni, a partire dalla crisi che l’Ecuador ha vissuto, c’è una speranza: la gente ha prestato attenzione alla terra. Grazie a questo, e alle Casse Rurali, in Ecuador è nata una rete nazionale di finanza popolare che articola le diverse province in un progetto più unito che ci permette di essere più strutturati. Le nostre reti sono costituite da 480 istituzioni: agenzie di commercializzazioni, Cooperative di Credito, Casse rurali, banche comunali, Fondi di custodia. La maggiore soddisfazione che noi sentiamo è nella natura delle banche cooperative che non è solo un modo di fare finanza in senso stretto, ma attiene anche all’aspetto sociale e umano dell’attività economica. Quest’ultima dà la ragione d’essere al sistema cooperativo, un sistema alternativo che noi abbiamo intenzione di rafforzare.

I campesinos come vivono la possibilità di avere una loro banca?
Avere un sistema finanziario popolare, avere una banca cooperativa, genera autostima e ridona fiducia in se stessi avvalorando tutto il contesto territoriale, culturale ed economico. Per i campesinos significa avere una nuova speranza, aiutare a vincolare ad esempio tutto il sistema dei trasferimenti delle rimesse degli emigranti in modo tale che le risorse finanziarie generate dall’emigrazione ritornino nella propria terra e vengano lì investite. Le rimesse generano un legame, un vincolo fra l’emigrante e coloro che restano in Ecuador. Un legame che genera ricchezza ed è fondamentale.

L’emigrazione di questi popoli è diminuita o aumentata dopo la nascita della banca cooperativa?
La banca cooperativa ha frenato il fenomeno migratorio, anche se il processo contiene in sé vari significati: di crisi, di illusione per un futuro migliore, ma è anche un fenomeno culturale. I nostri popoli per loro cultura emigrano da un luogo all’altro al fine di migliorare la loro vita. Per tali motivi l’emigrazione è difficile da contenere. Nella misura in cui le banche si consolidano come istituzioni finanziarie forti e come istituzione di sviluppo sociale, allora sarà possibile dare e generare proposte di investimenti per attirare la gente creando opportunità di lavoro.


2) Intervista a Pedro Vicente Khipo Pilco
Gerente de la Cooperativa Fernando Daquilema
Membro del Consejo de Administraciòn de Codesarollo


Come valutate l'esperienza di Codesarrollo e la sua attività a favore delle banche di villaggio?
L’esperienza cooperativa iniziata e promossa da Codesarrollo è anche lo sforzo di tutta la comunità rurale, indigena e delle fasce popolari dell’Ecuador che si sono organizzate per consolidare un processo di sviluppo comunitario. Uno dei problemi più sentiti è il controllo normativo e di vigilanza sulle nostre banche, che a nostro avviso penalizza il senso della nostra azione, dare cioè denaro ai poveri. Per Codesarrollo, invece, credito significa credere e dare speranza alle persone.

Anche in Italia cento anni fa le Casse Rurali nacquero per combattere l'usura. In Ecuador può accadere la stessa cosa?
Gli usurai stanno in tutti i popoli e Paesi, ma in Ecuador l’usura è ancora molto forte. Le cooperative, le Casse rurali stanno incrinando questo sistema. Noi diamo credito in quanto conosciamo la persona, il nostro socio e ci fidiamo di lui. La banca “formale”, la grande banca, normalmente non conosce il cliente, non stabilisce una relazione. Esiste in quest’ultime la convinzione che sia molto rischioso dare credito alla gente povera. Noi cerchiamo di aiutare queste persone e non richiediamo tanti requisiti ed è per questo che siamo convinti di poter contrastare l’usura. E’ anche vero che in banca bisogna compilare dei moduli e seguire delle procedure per richiedere un prestito, mentre gli usurai non ti chiedono nulla e si trovano in ogni luogo facilmente. E’ necessario che cambi anche la cultura degli ecuadoriani che non comprendono ancora la differenza tra rivolgersi a una banca oppure ad un usuraio. E’ arrivato il momento che ci sia una presa di coscienza del vero significato dell’indebitamento e che le persone richiedano credito con consapevolezza.

3) Intervista a Mariana de los Angeles Giler Hernàndez
Gerente de la Cooperativa DE TODAS (provincia del Guayas)
Lider de la Red Grameen del Ecuador

Quale è il ruolo delle donne nella finanza popolare?
Il ruolo delle donne in quanto socie e proprietarie, in alcuni casi anche del 57% della cooperativa, è fondamentale. Sono loro che mantengono le loro famiglie. Il credito è uno strumento produttivo che poi genera risorsa per il sostentamento della vita familiare. Con gli utili provenienti dagli investimenti pagano le spese per l’istruzione dei propri figli, per l’assistenza sanitaria e per l’abitazione. La nostra cooperativa lavora solo con donne di “scarse risorse economiche” ovvero donne imprenditrici che non hanno avuto l’opportunità di istruirsi. La cooperativa offre un servizio finanziario e ti assiste anche con una prima formazione tecnico imprenditoriale, seguendoti per la durata dei primi 6 mesi di attività per garantire che la donna benefici di una gestione efficiente e reddituale dell’impresa avviata.

Che valore ha il risparmio per l’emancipazione femminile ?
La banca cooperativa è riuscita a migliorare l’autostima delle donne ecuadoriane che prima non hanno avuto mai accesso alle risorse finanziarie. La nostra cooperativa porta avanti la valorizzazione dei diritti della donna. E un credito è un diritto economico che va tutelato e garantito.

a cura di Norma Zito


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