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BCC Garda
07/07/2009
"Caritas in veritate": la gratitudine del Credito Cooperativo

E’ stata presentata martedì 7 luglio, presso la Sala stampa vaticana, l'enciclica sociale di Papa Benedetto XVI “Caritas in veritate” sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità. Nel testo il Pontefice parla di etica nell'economia e fa esplicito riferimento alla cooperazione di credito: “Se l’amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo una previdente e giusta convenienza, come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel campo della cooperazione di credito”.

“Bisogna poi - si legge ancora nell’enciclica - che la finanza in quanto tale, nelle necessariamente rinnovate strutture e modalità di funzionamento dopo il suo cattivo utilizzo che ha danneggiato l’economia reale, ritorni ad essere uno strumento finalizzato alla miglior produzione di ricchezza ed allo sviluppo”.

Il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, ha espresso gratitudine profonda per quanto espresso dal Pontefice nell'enciclica: "E' per noi motivo di  forte incoraggiamento - ha commentato Azzi - nel proseguire con entusiasmo e coerenza nell'impegno della cooperazione di credito al servizio dello sviluppo delle persone e delle comunità. Uno sviluppo integrale e sostenibile". 

"Si tratta di un documento di grande ispirazione e ricco di spunti" prosegue Azzi. "Ma soprattutto fonte di incoraggiamento a impegnarsi con ampiezza di sguardo nel fare finanza per lo sviluppo di un umanesimo integrale nel mondo globalizzato".

"La crisi e' occasione di discernimento e nuova progettualità", si legge al n. 21 del documento. Questo richiamo all'utilizzo di tutte le facoltà donate all'uomo, doni di anima e ragione, per costruire il bene comune, infonde fiducia e accresce la responsabilità di banche cooperative mutualistiche nate in gran parte sulla spinta della prima enciclica sociale, la Rerum Novarum. Banche tuttora convinte ad operare nell'alveo del Magistero sociale, tanto da citarlo significativamente nei propri statuti, all'art. 2".

Azzi sottolinea anche i richiami positivi alla dignità del lavoro, all'applicazione del principio di sussidiarietà (che nelle BCC ha preso forma con l'autonomia delle singole banche nell'unione proficua nel sistema a rete sussidiario), allo strumento del microcredito, alla reciprocità aperta alla cooperazione con i Paesi del sud del mondo e all'accoglienza degli immigrati (la cui bancarizzazione contribuisce all'integrazione nelle comunità), al commercio equo e solidale, all'impegno per la salvaguardia dell'ambiente.

"Di particolare valore, a difesa del valore del pluralismo – evidenzia Azzi – è l’affermazione che 'serve un mercato nel quale possano liberamente operare, in condizioni di pari opportunità, imprese che perseguono fini istituzionali diversi. Accanto all'impresa privata orientata al profitto, e ai vari tipi di impresa pubblica, devono potersi radicare ed esprimere quelle organizzazioni produttive che perseguono fini mutualistici e sociali'".

“L’auspicio – conclude il presidente della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali – è che, come la Rerum Novarum rappresentò circa 120 anni fa un propulsore rivoluzionario per dare vita a strutture che, dal basso, lavorarono per innescare uno sviluppo sostenibile e condiviso, per favorire l’inclusione e promuovere il protagonismo dei soggetti, così anche la Caritas in Veritate possa costituire un lievito per dare nuovo senso all’economia e alla finanza, indirizzando o re-indirizzando le energie e le risorse a favore di un autentico sviluppo umano”.


Riportiamo qui di seguito, dal capitolo V “La collaborazione della famiglia umana”, il paragrafo 65 dedicato all’economia e alla finanza:

“Bisogna, poi, che la finanza in quanto tale, nelle necessariamente rinnovate strutture e modalità di funzionamento dopo il suo cattivo utilizzo che ha danneggiato l’economia reale, ritorni ad essere uno strumento finalizzato alla miglior produzione di ricchezza ed allo sviluppo. Tutta l’economia e tutta la finanza, non solo alcuni loro segmenti, devono, in quanto strumenti, essere utilizzati in modo etico così da creare le condizioni adeguate per lo sviluppo dell’uomo e dei popoli. E` certamente utile, e in talune circostanze indispensabile, dar vita a iniziative finanziarie nelle quali la dimensione umanitaria sia dominante.

Ciò, però, non deve far dimenticare che l’intero sistema finanziario deve essere finalizzato al sostegno di un vero sviluppo. Soprattutto, bisogna che l’intento di fare del bene non venga contrapposto a quello dell’effettiva capacità di produrre dei beni. Gli operatori della finanza devono riscoprire il fondamento propriamente etico della loro attività per non abusare di quegli strumenti sofisticati che possono servire per tradire i risparmiatori.

Retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunti. Se l’amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo una previdente e giusta convenienza, come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel campo della cooperazione di credito.

Tanto una regolamentazione del settore tale da garantire i soggetti piu` deboli e impedire scandalose speculazioni, quanto la sperimentazione di nuove forme di finanza destinate a favorire progetti di sviluppo, sono esperienze positive che vanno approfondite ed incoraggiate, richiamando la stessa responsabilita` del risparmiatore.

Anche l’esperienza della microfinanza, che affonda le proprie radici nella riflessione e nelle opere degli umanisti civili – penso soprattutto alla nascita dei Monti di Pietà –, va rafforzata e messa a punto, soprattutto in questi momenti dove i problemi finanziari possono diventare drammatici per molti segmenti più vulnerabili della popolazione, che vanno tutelati dai rischi di usura o dalla disperazione. I soggetti più deboli vanno educati a difendersi dall’usura, così come i popoli poveri vanno educati a trarre reale vantaggio dal microcredito, scoraggiando in tal modo le forme di sfruttamento possibili in questi due campi. Poiché anche nei Paesi ricchi esistono nuove forme di povertà, la microfinanza può dare concreti aiuti per la creazione di iniziative e settori nuovi a favore dei ceti deboli della società anche in una fase di possibile impoverimento della società stessa”.

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