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CONDIVISIBILE L’ESIGENZA SOCIALE ED ECONOMICA
DI ASSICURARE UNA RETRIBUZIONE DIGNITOSA
A CHI LAVORA.
RESTI CENTRALE LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
Audizione questa mattina a Roma di Federcasse (la Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) davanti alla Commissione Lavoro della Camera nell’ambito dell’esame delle proposte di legge in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
La delegazione di Federcasse era composta dal Vice Presidente Matteo Spanò (Presidente della Delegazione sindacale Federcasse), dal vice Direttore generale Roberto Di Salvo e dal Responsabile del Servizio Affari sindacali e del lavoro, Domenico Ruggeri.
La funzione di rappresentanza sindacale di sistema
Nella Memoria presentata in Commissione, Federcasse evidenzia che le relazioni sindacali e la contrattazione collettiva costituiscono da sempre attività primaria per Federcasse e come il primo CCNL delle Casse Rurali risalga al 1959.
Federcasse – viene ricordato - esercita la titolarità, in rappresentanza delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen italiane, della stipula dei due Contratti Collettivi nazionali di lavoro del Credito Cooperativo: per i Dirigenti e per i Quadri Direttivi ed il personale delle Aree Professionali, che interessano oltre 36.000 collaboratori e collaboratrici.
Un secondo livello di contrattazione, dopo una consolidata tradizione di oltre 40 anni che vedeva la delega per i contratti integrativi alle Federazioni locali, è adesso affidata – per i rispettivi ambiti – alle Capogruppo dei due Gruppi Bancari Cooperativi Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca, nonché alla Federazione Raiffeisen dell’Alto Adige.
Particolarmente rilevante – sottolinea la Memoria - la qualità del confronto con le organizzazioni sindacali di rappresentanza (il livello di sindacalizzazione è di circa il 77% del totale dei dipendenti) che ha fatto sì che, nel tempo, si strutturasse un sistema di relazioni industriali idoneo a tutelare la specificità tecnico normativa delle cooperative mutualistiche di credito (nonché a dare vita ad organismi paritetici oggi considerati un “bene comune” di sistema come il Fondo Pensione Nazionale, la Cassa Mutua nazionale ed il Fondo di solidarietà per il personale del Credito Cooperativo.
Considerazioni in merito ai disegni di legge sul “salario minimo”
La Memoria di Federcasse sottolinea in avvio come “l’esigenza di individuare soluzioni per assicurare una retribuzione dignitosa è pienamente condivisa, primariamente per i suoi risvolti sociali e per la sua rilevanza costituzionale”.
Rispetto ai disegni di legge in esame, per Federcasse risulta innanzitutto “imprescindibile rafforzare la vigilanza e l’attività ispettiva nel mondo del lavoro, per far emerge i fenomeni di lavoro irregolare”.
Nel merito, evidenzia la Memoria, “la definizione di minimi salariali per via legale, invece che ad opera delle parti sociali e della contrattazione collettiva. toglierebbe rilevanza e significato alla contrattazione collettiva “di qualità”, attuativa di canoni costituzionali e riferimento consolidato per la storia delle relazioni industriali nel nostro paese”. Ciò in quanto “la maggioranza preponderante dei rapporti di lavoro risulta regolata da contrattazione collettiva stipulata dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.
Per Federcasse, pertanto, “la legge sul salario minimo potrebbe limitarsi ad estendere l’efficacia del contratto collettivo stipulato con le Organizzazioni Sindacali - comparativamente più rappresentative sul piano nazionale nella Categoria considerata - a quei rapporti di lavoro cui non risulti applicabile un contratto collettivo”. Con accorgimenti laddove - in presenza di una pluralità di CCNL applicabili - si debbano individuare le parti comparativamente più rappresentative, evitando un mero conteggio del numero complessivo di imprese associate e del relativo numero di occupati, ma tenendo conto delle tipologie e delle forme giuridiche di impresa. Nel caso delle BCC, quella bancaria cooperativa, peraltro tutelata a livello costituzionale.
Conclusioni di sintesi
“La determinazione per legge di un salario minimo – ribadisce la Memoria - comporta il serio rischio di uno svuotamento di senso della contrattazione collettiva, insieme alla sua valenza di equilibrio sociale al quale da decenni contribuisce nel nostro Paese”. Federcasse - a questo proposito - ricorda come “la contrattazione collettiva non stabilisce solo i salari, ma garantisce tutele e diritti per le lavoratrici e i lavoratori e gli opportuni strumenti di flessibilità e adattabilità organizzativa a cui sono soggette le imprese”.
Per Federcasse, da ultimo, “l’esigenza che avvertiamo non è quella di pervenire ad una razionalizzazione dei contratti collettivi, bensì quella di continuare a fare affidamento sulle parti sociali ed incentivare la contrattazione collettiva”.
“Sembra utile - conclude la Memoria - richiamare la Direttiva UE 2022/2041 laddove, all’art. 4, pone al centro l’attività delle parti sociali “al fine di aumentare la copertura della contrattazione collettiva e facilitare l’esercizio del diritto alla contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari”.
Roma, 27 giugno 2023
Federcasse - Federazione Italiana Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali