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BCC Garda
02/07/2010
No dell’Eacb, l’Associazione europea delle banche cooperative, al fondo per la risoluzione delle crisi bancarie

L’Eacb, l’Associazione europea delle banche cooperative, che rappresenta 4.200 banche cooperative presenti in tutta Europa, ha inviato una comunicazione al Commissario europeo Michel Barnier in occasione della riunione del G20 svoltasi a Toronto il 26 e 27 giugno scorso. Nella comunicazione l’Eacb ha dato voce, attraverso nove messaggi chiave, alle preoccupazioni delle banche cooperative europee relativamente alla costituzione, proposta dalla Commissione europea, di un fondo per la risoluzione delle crisi bancarie (Bank Resolution Fund) finanziato con contributi degli istituti finanziari.

Nel documento l’Eacb ricorda che le banche cooperative sono state solo marginalmente responsabili dei costi diretti della crisi: il modello di banche cooperative ha dimostrato di essere affidabile e resiliente agli shock finanziari. Nessuna banca cooperativa, inoltre, è fallita o ha dichiarato bancarotta. L’Eacb ha sottolineato che il settore bancario europeo è costituito da banche con diverse strutture societarie e differenti modelli di business e considera un punto cruciale il riconoscimento delle specificità delle banche cooperative nella normativa di vigilanza. In Europa le banche cooperative contano più di 159 milioni di clienti ed hanno una quota di mercato, relativa al finanziamento delle PMI, del 29% circa.

Anche se le banche cooperative negli ultimi anni hanno ampliato le attività, orientandosi anche verso i mercati transfrontalieri e implementando nuovi servizi, questa espansione, precisa l’Eacb, è avvenuta nel rispetto dei valori fondamentali della cooperazione e delle peculiari regole di governo societario, risultando un modello di business con una gestione prudente e chiare responsabilità nei confronti dei 50 milioni di soci. L’Eacb ha sottolineato come storicamente le banche cooperative siano caratterizzate da una salda struttura di governo societario, che si è dimostrata tale anche durante la crisi finanziaria. Missione delle banche cooperative è quella di fornire servizi ai propri soci/clienti, individui, famiglie e piccole e medie imprese, vale a dire il retail banking. Attività, questa, caratterizzata da rischi relativamente più bassi, minor volatilità e rendimenti più stabili.

Ecco i nove messaggi chiave proposti dalla cooperazione di credito europea:

1. L’Associazione europea delle banche cooperative (Eacb) è favorevole all’obiettivo generale del G20 di migliorare la resilienza del settore finanziario e la sua capacità di assorbire gli shock dalle situazioni di stress.

2. Condive gli obiettivi volti a rafforzare il capitale e le regole sulla liquidità, al fine di disincentivare l’eccessiva assunzione di rischi, sostenendo, in questo, i lavori del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria e della Commissione europea.

3. Per ristabilire un sano e solido sistema finanziario globale e limitare il rischio di una nuova crisi, l’Eacb è fermamente convinto che il rafforzamento del capitale e della liquidità da parte delle istituzioni finanziarie dovrebbe essere l’obiettivo primario.

4. Le banche cooperative si oppongono fermamente a qualsiasi forma di tassazione sulle banche al fine di costituire un fondo per la risoluzione delle crisi bancarie, ritenendo che tale strumento non aumenterebbe la stabilità del sistema finanziario, ma, viceversa, produrrebbe effetti opposti: una riduzione del capitale e la mancanza di adeguati incentivi alla consapevole assunzione del rischio. Inoltre, l’introduzione di una tassazione solo nella Ue discriminerebbe le banche europee e ostacolerebbe le condizioni di parità concorrenziale.

5. L’Eacb ritiene che l’attuazione delle proposte di revisione della regolamentazione prudenziale (cosiddetta Basilea3), insieme con una efficace vigilanza bancaria e un efficiente governo societario, dovrebbe avere l’obiettivo precipuo di limitare il rischio di una nuova crisi.

6. Allo stesso tempo, le banche cooperative invocano lo svolgimento di adeguati studi di impatto a livello macroeconomico e microeconomico, alla luce della elevata volatilità dei mercati finanziari e della crisi del debito pubblico.

7. La calibrazione delle nuove misure dovrebbe avvenire attraverso una approfondita analisi degli impatti nella loro complessità; in caso contrario potrebbero prodursi effetti negativi sulle attività bancarie.

8. Le nuove misure dovrebbero essere introdotte con la necessaria gradualità e flessibilità, anche attraverso la previsione di disposizioni transitorie per un periodo sufficientemente lungo, e comunque non prima del consolidamento della ripresa economica.

9. Per evitare indebite distorsioni della concorrenza, l’attuazione delle stesse dovrebbe essere coordinata e seguita da un attento monitoraggio da parte delle autorità di vigilanza bancaria dei paesi del G20.

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