| ||
Concluso il processo di accorpamento e centralizzazione delle banche, cresce la consapevolezza che la banca per fare bene il suo mestiere deve essere più radicata sul territorio.
Lo rileva il Diario della ristrutturazione nel terziario, realizzato dal Censis con la collaborazione delle BCC, secondo cui “basta analizzare le strategie dei due gruppi più grandi per capire che si è ormai esaurito il ciclo della banca come ‘negozio di prodotti finanziari’ e si è esaurito per carenza di clienti”. Nel 2009, “il flusso finanziario verso strumenti emessi dalle banche, esclusi i depositi, si è più che dimezzato (-58%) e anche l’imprenditore cerca nella banca un sostegno e una consulenza per la sua azienda, più che strumenti d’investimento”. “Non è un caso – si legge nel Diario – che a febbraio del 2010 gli impieghi verso le imprese sono diminuiti del 2,9% presso le banche tradizionali, mentre nel sistema fortemente territorializzato delle Banche di Credito Cooperativo è aumentato del 6%”.
Altro dato che emerge è che “la ricchezza delle famiglie italiane mostra che il nostro Paese è uno dei più ricchi e patrimonializzati del mondo”: guardando al patrimonio immobiliare ma anche alle attività finanziarie delle famiglie, risulta che la consistenza complessiva è di oltre 3.500 miliardi di euro, cioè più del doppio del debito pubblico. “Occorre – osserva il Diario - far circolare di più la ricchezza delle famiglie italiane e in questo la finanza ha un’enorme responsabilità ma anche un’enorme opportunità”.
Guardando alle attività finanziarie delle famiglie italiane, il Diario mette in rilievo due dati: nel 2009 il flusso di investimenti delle famiglie verso i titoli di Stato è diminuito di circa 60 miliardi di euro; il flusso dell’ultimo anno verso le assicurazioni del ramo vita si è attestato su oltre 24 miliardi di euro; il 35% del totale delle attività finanziarie. Questo significa che le famiglie italiane hanno deciso nell’ultimo anno di investire un terzo dei loro risparmi in assicurazioni vita. La consistenza dei premi del ramo vita è così aumentata del 12%. Mentre nel 2007 e nel 2008 la variazione della raccolta premi nei rami vita era risultata negativa (-11,4% e -11,2% rispettivamente), nel 2009 la raccolta è aumentata del 48,7% rispetto all’anno precedente, superando 81 miliardi di euro (nel 2008 il valore era di 54,5 miliardi).